Ieri
sono andata un po’ in crisi.
Ogni
tanto vado al lavoro. Lo riconosco che faccio molte assenze e “tiro a campà!” come
si dice dalle mie parti.
Ma
ieri mi sentivo piena di energia. Il mio responsabile mi aveva dato da fare
degli attestati nei quali si chiedeva un briciolo di creatività. Insomma non
era il solito lavoro noioso e routinario.
Sono
scesa in sala riunioni per prendere le stampe fatte ma sono stata bloccata perché la stanza era
occupata. Si stava facendo una riunione tra amministrativi e tecnici alla quale
io non sono più invitata. In passato io partecipavo a queste riunioni
organizzative. La mia opinione contava. Ora non più. Mi è tornato il ricordo
ancora molto forte di quando io in giacca e pantaloni eleganti stavo in mezzo a
loro. Spesso comandavo. Spesso la mia presenza era determinante.
Ora
non più. Ora non mi avevano cercato, non avevano fissato con me la data della
riunione, ora non ero più tra quelli che decidevano in azienda. Troppe assenze,
troppa poca energia e voglia di fare.
L’ansia
e la rabbia mi ha avvolta tutta e mi sono sentita nervosissima quindi ho chiuso
la porta e me ne sono andata con passo veloce quasi scappando.
Mi
sono serviti dei lunghi e profondi respiri profondi per superare questo momento
di metdown.
Poi
ho iniziato a scrivere per analizzare la situazione e riprendere in mano i miei
obiettivi sia a breve che a lungo termine.
Lo
scopo della vita è essere felice. Io qualche anno fa continuavo a correre. Dovevo
correre al lavoro per poi incastrare nella mia agenda i vari impegni, per poi
fare e correre quindi a casa dalla mia famiglia poiché oltre ad un bravo
tecnico dovevo essere anche una brava moglie madre amica sorella figlia ecc.
Poi
mi sono ammalata e mi sono fermata. Ero stanchissima. Arrivata al mezzo secolo
di vita mi sono fermata un attimo per chiedermi “Io sono felice?” . La risposta
è stata NO! Desideravo morire perché forse allora avrei riposato. Cercavo la
calma dei morti.
Ho
deciso invece di fermarmi e pensare che la vita scorre ed avrà un termine.
Ho
deciso che non volevo un giorno arrivare al mio termine e pensare che avevo buttato via il mio tempo quasi esclusivamente per fare il
profitto di altri. Sarebbe stato un peso insopportabile.
Da
allora ho deciso di cambiare.
Spesso
lavori una vita intera e pensi che questo ti dà il diritto di far parte di una
società in sviluppo e piena di luci e di energia.
Hai
il diritto quindi di andare a “fare l’aperitivo”, di vestirti “all’ultima moda”,
di avere una bella macchina con una bella casa. Hai un buon lavoro quindi devi
mantenere il tuo “status sociale” spendendo tutto quello che hai guadagnato in
stupidaggini. D'altronde lo vediamo tutti che i felici sono i ricchi! Oh no?!
Spesso
ho sentito il bisogno di essere accettata dal gruppo. E’ sempre stato un
bisogno primario come il mangiare o il dormire. Spesso mi sono sentita diversa
dagli altri ed ho cercato di mascherare questa mia diversità. Ci sono voluti
anni di psicoterapia e di counseling per capire che la diversità è una
ricchezza e che non dovevo nascondermi per essere come gli altri.
Solo
ora mi rendo conto che non vale la pena sacrificare il proprio IO per essere
accettati da un gruppo che non ti appartiene (come nel mio caso l’ambiente
lavorativo).
Scoprire
che non serve rincorrere l’accettazione degli altri per essere felici, ma invece,
rivelare la propria diversità e libertà,
non ha prezzo. E’ una rinascita.
Scoprire
che la felicità può essere vissuta giorno dopo giorno e non solo programmata
per l’week-end, è una scoperta fantastica. Non dobbiamo dare per scontato quindi
che dobbiamo sopportare un’intera settimana di lavoro per arrivare al weekend
per essere felici. E’ meraviglioso!
Pensare
che quella felicità che tutti aspettiamo e che arriverà forse un giorno quando
saremmo in pensione o quando avremmo finito di pagare tutti i nostri debiti ed
avremmo i figli sposati. E’ qui, ed ora.
Quel giorno è oggi! Ma è una rivelazione che ti cambia la vita.
Per
essere felici dobbiamo vivere con libertà la nostra vita. Non possiamo sentirci
schiavi di un sistema che ci schiaccia e sperare di essere felici. Spesso
riceviamo solo “l’euforia” di momenti eccitanti dove ci sentiamo accettati all’interno
di un gruppo ma però ci sentiamo anche fragili perché consapevoli che basta
poco per essere buttati fuori.
Per
essere felici dobbiamo vivere circondati da persone che ci amano e che quindi
vogliono il nostro bene. La competizione ed i ritmi frenetici che spesso
viviamo nella nostra società crea solo disagio ed insoddisfazione.
Per
essere felici dobbiamo vivere di una vita creativa che ci faccia esprimere il
nostro IO interiore troppo spesso soffocato dalla routine di una vita monotona che
si trascina senza senso alla ricerca di una felicità che non arriva mai. Cerchiamo
invece di dare più spazio alle nostre passioni, cerchiamo di creare perché la
nostra fantasia lasciata libera ha delle potenzialità incredibili e ci
sentiremo più felici qui ed ora.