Verona come Napoli? Se lo chiede il consigliere provinciale Vincenzo D’Arienzo (Pd), che spiega: «Sui rifiuti si continua a discutere del futuro, ma il presente è una polveriera. Con Ca’ del Bue spento e la discarica di Pescantina chiusa per sempre, Verona non è autosufficiente nello smaltimento delle "sgauie" che produce. Infatti, come a Napoli, solo una parte dei rifiuti rimane qui, nella discarica di Legnago, ma il combustibile da rifiuti e la frazione secca vengono conferiti in impianti in giro per l’Italia. Il tutto costa ai veronesi 130 euro a tonnellata, una delle cifre più alte d’Italia (Brescia ne paga 85). Nonostante le buone intenzioni, il termovalorizzatore prima di 4-5 anni non sarà in funzione. Ricordo le inutili polemiche del passato contro Zanotto e non mi pare che Tosi sia più scaltro. Propone le medesime soluzioni (forni a griglia e bando di gara) sulle quali accusava gli altri di lassismo. Nel rispetto delle precauzioni ambientali e non solo, credo sia necessario puntare su Ca’ del Bue rendendolo punto di riferimento di un’area più vasta della provincia di Verona. Ciò comporterà benefici economici sulla Tia (tariffa igiene ambientale)». Quanto all’immediato futuro, D’Arienzo si chiede: «Intanto, cosa faremo dei nostri rifiuti? Per quanto anni ancora li porteremo altrove? E quanto ci costerà? Sempre di più. Di fronte all’attuale emergenza, la Provincia di Verona è assente. Capisco che Verona sia disposta a fare sacrifici, ma se c’è una prospettiva certa ne vale anche la pena. Oggi non c’è un progetto né un’idea di come affrontare la crisi. Basta stare con le mani in mano. L’assessore all’Ecologia, Luca Coletto, convochi un tavolo istituzionale per individuare una nuova discarica e per stabilire le linee guida della gestione dei rifiuti a Verona. Oggi, anche chi non risiede a Verona paga per Ca’ del Bue. Quanto ancora potrà sopportarlo? Intanto occorre decidere sul futuro di Agsm e Amia. Si fonderanno o no?». D’Arienzo conclude: «Sono preoccupato. Nonostante il Piano dei rifiuti sia stato approvato di recente (Ca’ del Bue e Pescantina già non c’erano più), si sono avverate le nostre previsioni. Avevamo prefigurato l’emergenza ma non siamo stati ascoltati». R.C.
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